Sanremo 2020, Leo Gassmann: “Papà mi chiama Pippo per Topolino, ma amo anche Vasco, Jovanotti e la Roma”

Sanremo 2020, Leo Gassmann: “Papà mi chiama Pippo per Topolino, ma amo anche Vasco, Jovanotti e la Roma”

Una-discoteca-senza-alcol-fa-il-tutto-esaurito-i-ragazzi-possono-divertirsi-in-sicurezza-696x400Ventun anni, molta emozione, ma i piedi per terra: “Cosa cambia per me? Poco, lunedì alle 8:30 ho lezione. Spero di svegliarmi”
“Sono felice di aver reso mio padre fiero di me. Gli mando molto amore”. Leo Gassmann, 21 anni, vincitore nella sezione Nuove proposte con Vai bene così, dice “grazie” per ogni domanda che riceve. Educatissimo e gentile, il sorriso timido, ha fatto della sua passione un lavoro e sa che è un privilegio.

Il padre Alessandro al momento della vittoria ha postato “Daje Pippo”: perché? “Pippo è un soprannome che papà mi ha dato da quando sono nato perché mi piacevano i cartoni animati di Topolino. Come tutti i genitori, vedere un figlio o una figlia che segue la sua passione è importante. Vedere che fa quello che gli piace è la cosa più importante”. Ma il giovane Leo, che non vede l’ora di annunciare le date del tour, tiene i piedi per terra. “Ora cosa cambia nella mia vita? Per me non molto, mi sono sempre promesso che avrei continuato a fare le mie cose. Lunedì torno all’università, ho una classe alle 8.30 del mattino, spero di riuscire a svegliarmi”. Nessuna follia dopo la vittoria? “Sono andato a cena col mio team e con Matteo Costanzo con cui ho arrangiato il brano. Non volevo esagerare troppo, devo cantare stasera durante la finale dei Big e devo essere in forma”.

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Fa il cantautore e, spiega, è cresciuto ascoltando la musica italiana: “Vasco Rossi, Jovanotti per la positività che mette in ogni canzone che scrive, e poi Dalla, Fossati, Tenco, Brunori Sas… Tanti artisti secondo me dovrebbero essere citati se non tutti” dice Gassmann, “perché sono tutti unici anche per quanto riguarda i ragazzi e i big. Abbiamo vinto tutti, abbiamo portato tutti un messaggio, è una possibilità che ci siamo guadagnati. Io nella mia musica, anche nel disco uscito ieri, utilizzo molto le sonorità amgloamericane. Sono affascinato dai gruppi inglese, rock, con Matteo Costanzo abbiamo fatto quest’album cantautorale italiano, spero che sia il sound che potrà accompagnarci nei prossimi anni”. È orgoglioso di aver vinto ma non ha modi da trionfatore, è sempre discreto: “Dedico questo premio a tutti gli artisti perché la condizione di un artista, la vita di un artista” dice il giovane cantautore “è molto complicata. Abbiamo poco tempo, viviamo in una società con storie che oggi durano 15 secondi. Andy Warhol diceva che viviamo in una società in cui tutti saranno famosi per 15 minuti. La verità è che vivere di musica ci fa stare bene. Penso a tutte le persone che lottano per accettarsi, per gli errori che commettono e le sconfitte che subiscono. Torniamo a casa e ci sentiamo soli davanti alle difficoltà. Dedico il premio a tutte le persone che ce la fanno e che ci stanno provando”. Prima passione la musica, poi c’è la Roma. “È la mia grande squadra, penso che il calcio sia una sorta di fede, ci sono tante persone che vivono di quello” spiega Gassmann, “andare allo stadio le fa sentire vive, sono felice che esiste il calcio quando vengono promossi comportamenti corretti”. Da piccolo ha sempre seguito il festival, ora che è salito sul palco che effetto fa? “Sanremo fa parte della nostra cultura” racconta, “non me ne sono perso uno. La prima volta che ho cantato quasi mi mancava il fiato per l’emozione, su quel palco senti un’energia particolare, mi è cominciato a tremare tutto il corpo. Frammenti degli artisti che hanno cantato sono rimaste in quel teatro”.

La canzone si chiude con un ritmo africano, e la parola Asimbonanga che appartiene alla lingua zulu e significa: “Non lo abbiamo visto”. Ma soprattutto è il titolo della canzone dedicata a Nelson Mandela da Johnny Clegg. “E’ un’idea che è venuta a me e a Matteo Costanzo, per unire la cultura italiana a quella africana. Bisogna stare uniti per abbattere tutti gli stereotipi”.  L’anno prossimo parteciperebbe tra i Big? “Sarei onoratissimo, intanto passerà un anno e bisogna ritrovarsi essere sul palco cresciuti”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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